Ci fu un tempo in cui avevi una identità tua.
Ci fu un tempo in cui altre persone ti riconoscevano.
Poi inventasti la macchina per viaggiare nel tempo, un marchingegno parecchio strano fatto di manopole e numeri che solo tu sapevi comandare e che un giorno usasti per fuggire dal nostro tempo – almeno così si pensò, dato che non lasciasti alcun documento o indizio. Anche lo strano marchingegno per viaggiare nel tempo sparì, assieme a te.
Insomma: senza lasciar detto a nessuno se avevi scelto il passato o il futuro, un mattino si scoprì che di te non c’era più traccia.
Tutti quelli che ti avevano conosciuto e apprezzato e che lasciasti indietro – o forse dovrei dire davanti? – a te decisero di acquistare in colletta un posto al cimitero monumentale per erigerti memoria: volevamo celebrare e tenere vivo nel mondo il ricordo di te e dello straordinario scherzo che eri riuscito a combinarci.
Avremmo dovuto saperlo però che la Storia è ingrata e non si merita le maiuscole che le attribuiamo. Avremmo dovuto mettere in conto anche che la memoria umana si esaurisce nel giro di un nulla, perché non segue logiche né regole ma solo capricci che la rendono inaffidabile, falsa e dispettosa.
Oggi solo io rimango a ricordarmi che esistevi, ma per quanto mi sforzi non ricordo più dove erigemmo il tuo mausoleo vuoto.
Figuriamoci, nemmeno riesco a ricordare chi eri, che faccia avevi o perché io stia qui a parlare di te.
Camera: Polaroid SX-70 – Film: Impossible SX-70 (manipolato)