La storia raccontata in “24 ore” di Francesca Mazzucato è di quelle difficili da accettare, un rapporto di completa sottomissione di una donna ad un uomo.
Entrambi hanno la propria vita ma saltuariamente si incontrano in un appartamento di Zurigo dove lei accetta ogni sorta di umiliazione e le 24 ore consecutive forse finali del loro rapporto sono l’apice di questo rapporto.
Il racconto è narrato come una lettera aperta della protagonista a questo uomo, in una sorta di monologo interiore in ricordo di quelle ore che avrebbe voluto non finissero mai e che, una volta andate,non le lasciano altro che un immenso vuoto; in attesa del prossimo appuntamento.
L’uomo non le da niente, non racconta nulla di lui, non gli interessa farlo, prende solo quello che gli interessa e a lei tutto ciò va bene.
Cosa cerca questa donna se non colmare in qualche maniera questo vuoto?
Ma cosa vuol dire amare? Cosa si cerca realmente in un rapporto? Ci sono limiti che dobbiamo porci? Chi ha detto che è giusto questo e sbagliato quello?
È opportuno vivere fino in fondo una passione anche a costo di andare contro le convenzioni?
Quante domande……c’è una risposta?
La protagonista ad un certo punto dice “il tempo diventa statico, eterno ma perfetto, i corpi si fondono insieme e in quella fusione consumiamo la patologia della nostra illusione (così la chiamano i giusti, quelli che hanno le ricette, gli adatti)”
Già l’illusione…quanto ci condiziona nelle scelte che facciamo?
Una reale risposta a tutte queste domande non c’è. Credo che i limiti oltre i quali non bisogna andare stanno nella testa di ognuno di noi.
E ciò che non è condivisibile per te non necessariamente lo deve essere per me.
L’ebook di questa recensione è stato autopubblicato dall’autore utilizzando Narcissus.me, la piattaforma di servizi per il self publishing di Simplicissimus Book Farm.