BET BEAT INC. – Gabriele Ferraresi

“Sa, il weekend mi alzo presto, intorno alle 8 così mi lavo, vado al supermercato, prendo quattro birre, prendo delle Tennent’s Super che sono a nove gradi. Le bevo che ti danno, se riesci a berne una tutta in un paio di minuti, quella botta che mi piace sentire”.

Il cronista annuisce: è davanti a un uomo che aveva creato l’impero delle scommesse. Nel 2023 la BET BEAT INC era un nome noto quanto Sisal.

Proseguì nel racconto.

“Poi ne bevo altre due o tre, dopo la prima, ascolto musica in cuffia da Spotify, al tavolo in sala. Intorno alle 12 sono al picco: sono completamente offuscato” rallenta un po’.  “Sono marcio, non ho fame, ho già fumato una quindicina di sigarette da quando sono sveglio. Scrivo a qualcuno via Facebook per cercare di scopare la sera stessa, quando so già che non avrò voglia o forze di farlo. A quel punto grazie all’alcool sono socialmente disinibito, protetto dallo schermo, e ho perso completamente l’appetito: ma malgrado questo provo di solito a cucinare qualcosa. Non lo mangio quasi mai, se lo mangio lo vomito intorno alle 13 quando ho provato a mettermi a letto per dormire. Mi risveglio dopo avere vomitato di nuovo intorno alle 17. A volte guardo un porno double penetration su Youporn, mi piacciono molto quelli con ragazze magre”.

Il cronista prova a sorridere.

“Non importa se bionde o more purché, purché, purché vengano scopate da negri. Una volta sveglio faccio una doccia, torno al supermercato e compro altre birre prima che chiuda, stessa marca, stesso numero. La sera prosegue guardando vecchi film in bianco e nero su Youtube, bevo ancora ma meno. Mi piace molto Il Vedovo con Sordi, e tutto o quasi tutto quello che c’è con Ugo Tognazzi”.

Il cronista di Repubblica annota.
Nella casa del Re delle scommesse i muri sono grigi. Fuma in continuazione.
Ogni superficie vetrata appesa ai muri è opaca da mesi, forse anni di mancata pulizia.

“Possiamo darci del tu?”

“Ci mancherebbe”

“Bene, allora partiamo dall’inizio. Perché quella che ti dicevo è la fine. È adesso”

Dovendo dare un punto di partenza era tutto cominciato tutto nel 2013, a ottobre. Un lungo lavoro di lobby a Bruxelles aveva convinto i burocrati alla Commissione Europea; era arrivato il via libera a un decreto dei Monopoli di Stato sulle “novelty bets” un tipo di scommessa praticata da tempo nel Regno Unito. Si poteva scommettere – quasi, nel periodo iniziale – su tutto. I comunicati stampa del periodo dipingevano un futuro glorioso, tanti polli da spennare che avrebbero creduto in una fortuna dietro l’angolo e lauti incassi per l’erario.

Si leggeva, all’epoca sul Corriere della Sera “Il futuro dell’euro, i capricci del meteo, il colore del vestito di Belen nella prima serata di Sanremo. Tutto quello che prende spunto dalla cronaca o dalle notizie di costume, da oggi potrà essere oggetto di scommesse, dopo che la Commissione Europea ha dato il via libera al decreto dei Monopoli di Stato sulle ‘novelty bets’ […] bandite le scommesse che implichino discriminazioni di sesso, razza, religione o che invadano la privacy (1), dei personaggi pubblici a cui si fa riferimento. Il risultato delle scommesse sarà nella maggior parte dei casi autocertificato, con sanzioni per chi bara. Per i nostri bookmaker ci sarà da pagare un’ulteriore tassa (che sarà dello 0,5% e che va sommata al 4,2% già previsto sulle scommesse), ma – c’è da scommetterci – le “novelty bets” all’italiana saranno una grande occasione di marketing per i nostri allibratori, alle prese con un mercato in discesa: nel primo semestre 2013 le scommesse sportive hanno raccolto poco meno di due miliardi di euro, in calo – per la prima volta dalla legalizzazione del 1998 e nonostante gli Europei di calcio – del 4,4% rispetto all’anno precedente. AG/Agipro”.

“Hai tenuto a mente come diceva la nota quella parte sulle discriminazioni di sesso, razza, religione, e sull’invasione della privacy? Bene. Durò solo qualche anno”

Le prime scommesse erano semplici o curiose “Chi sarà il prossimo segretario del PD?” oppure cose come “Di che colore sarà la cravatta di Fazio a ‘Che tempo che fa’?” e “Chi vincerà la prossima edizione di MasterChef?”. Insomma, si stava leggeri. Si iniziava con scommesse (2) che avrebbero potuto fare tutti seduti sul divano, davanti al telegiornale, davanti alla home page di un quotidiano online. Fu un successo.

Le entrate per l’erario furono incredibili, nel quinquennio 2013 – 2018.

“Mio padre mi raccontava di una volta, trent’anni fa, c’era ancora Vieri all’Inter. Ci sono lui e un altro giocatore per strada, in centro a Milano. Sono in una via in cui passa il tram, e sai cosa dice uno all’altro, gli dice “Scommettiamo diecimila euro che il prossimo tram ha il numero dispari” un minuto e passa un 4. Vieri stacca un assegno firmandolo sul cofano della sua macchina”.

Accese un’altra sigaretta, facendo per offrirne una al ragazzo che prendeva appunti. Rifiutò.

“Il mio problema – continuò – è che non sono mai stato capace di moderarmi. Sai, un bicchiere di vino per me non esiste, esiste farmi fuori una bottiglia da solo. E so bene che non è così solo per me. È così per tutti, solo che gli altri si trattengono di più. A un certo punto pensai a come liberare tutte quelle energie represse”.

Dalla poltrona allungò la mano verso una cartellina. Conteneva il primissimo progetto di quello che l’avrebbe fatto diventare il Re delle Scommesse.
Passò i fogli al cronista.
Era una presentazione datata luglio 2018.

“Volevo solo liberare quelle energie, capisci”

Il cronista abbassò lo sguardo sulla copertina.

“Era un meccanismo perfetto: potevo scommettere che ti avrei ucciso entro due ore”

“E tu potevi scommettere che non ce l’avrei fatta, e che saresti stato tu a uccidermi. O che avrei rapito tuo figlio fuori dalla scuola elementare dove sapevo che lo accompagnavi ogni mattina. O che sarei riuscito a entrare nella tua casa a quell’esatta ora, rubare qualcosa, scoparti la moglie, e poi pisciarti sul letto come un gatto dispettoso”.

Il cronista sapeva già tutto, ma sentirlo, ecco, era un po’ diverso.
Fu un successo. Nel 2019 gli italiani, prima nel nord est e al centro sud, poi ovunque, letteralmente impazzirono per quella libertà totale. Erano liberi di sterminarsi legalmente.

“Il meccanismo funzionava, guarda”.

I bilanci del primo trimestre 2019 mostravano grafici in crescita verticale, le relazioni semestrali di quell’anno erano eccellenti.
Il marchio BET BEAT INC. in bella vista ovunque.

“Giravo in Porsche dopo tre mesi. Era stata una mia idea, funzionava alla grande”.

“Poi però qualcosa cambiò giusto?” prese la parola il cronista.

“Sì, qualcosa cambiò”.

Allungò la mano verso una birra, la aprì con un accendino, strizzò gli occhi per ricordare.

“Prima ci furono quei problemucci con l’Agenzia delle Entrate. Ma di quelli avrai letto tutto sui giornali, non è quella la parte interessante. La parte interessante, era che il mercato cominciava a saturarsi. E non avevo previsto una cosa.”

La scommessa inizialmente poteva essere contratta solo tra due individui singoli.
Ma nessun regolamento vietava esplicitamente che potessero esserci scommesse raccolte da gruppi di persone. Fu quello l’inizio della Prima Guerra Civile.

“Lo venni a sapere in aereo. Una sezione locale della Lega Nord aveva scelto di usarci. Di usare il nostro sistema per sconfiggere non politicamente gli avversari. “Scommettiamo che occuperemo per primi la Torre Telecom di Rozzano?” era una sciocchezza, una decina di ragazzi di una piccola sezione locale di un partito, e da lì era cominciato tutto quanto”.

Il Paese era sprofondato in un clima cupo.
La Prima Guerra Civile era partita per scommessa nell’agosto 2020.

“Ovviamente, l’aspetto ludico ridimensionava le tensioni. “Scommettiamo che impiccheremo il vostro leader entro domani alle 21?” suonava meglio di “Uccideremo il vostro leader entro domani”. Non trovi?”.

Sorrise.
Dalla strada si sentivano distinti gli spari. Erano tutto sommato in un quartiere protetto.

“A un certo punto decisi di mollare tutto, non mi sentivo più sicuro. E malgrado avessi scritto chiaramente nel regolamento che nessun dipendente dell’azienda poteva essere coinvolto in scommesse della BET BEAT INC., c’era un mercato parallelo di scommesse clandestine. Pagava meglio, come con il vecchio Totonero” prese un posacenere.

“Sapevo che in parecchi scommettevano che non sarei uscito da quella porta in posizione orizzontale”.

Il cronista allungò la mano sotto la giacca.

“Scommettiamo?”.

Vide solo la lama.

Gabriele Ferraresi

 

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  • Date: 14 04 2015
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