Di fonte a Blue Jasmine ultima opera di Woody Allen non si può che inchinarsi a questo autore ultrasettantenne per la capacità di rappresentare il quotidiano.
Il racconto di Jasmine (in realtà Jeaanette) pur con la sua solita girandola di personaggi divertenti è prettamente drammatica.
La protagonista, a seguito dissesto finanziario venutasi a creare dopo il matrimonio con un ricco e con pochi scrupoli procacciatore d’affari, deve lasciare New York e andare a vivere a San Francisco dalla sorella un po’ sfigata e di livello sociale più basso.
La convivenza scatenerà dinamiche a volte spassose a volte drammatiche soprattutto per l’incapacità di Jasmine di accettare la nuova realtà che si è venuta a creare cercando di recuperare lo status quo precedente, non esitando a mentire soprattutto a se stessa.
Allen disegna un ritratto di donna già sconfitta prima di saperlo, e in questo è aiutato dalla performance magistrale di Cate Blanchet (Oscar subito a casa si direbbe) splendida quando si perde in soliloqui personali così come quando cerca di riparare l’irreparabile.
È una storia di tradimenti sia del cuore che della mente che non lasciano scampo allo spettatore; ti costringe a pensare e metterti in gioco con te stesso.
Una delle sue migliori opere secondo me.