Si sta per chiudere un anno strano per la musica.
E mi piace provare a fare qualche analisi (e sviscerare qualche dubbio) insieme a voi.
È innegabile che la canzone dell’anno sia “Get Lucky” dei Daft Punk. Rifatta e cantata praticamente da tutti; è sicuramente il brano che marchierà nella nostra memoria l’anno che sta per finire.
E il 2013 secondo l’Oxford English Dictionary sarà rappresentato dalla parola “selfie”, neologismo che serve a identificare gli autoscatti effettuati con smartphone e aggeggi tecnologi di vario tipo.
Sarà un caso che la canzone che il mondo ha ascoltato di più sia ad opera di due artisti di cui non si conoscono le facce perché si esibiscono indossando delle maschere? Il protagonismo del pubblico ha conquistato terreno, e le star musicali invece ne perdono? Con spotify la musica che “io” ascolto ha più valore della musica che “loro” suonano? Nel 2013 del “Me, my Selfie and I” il pubblico è il vero protagonista?
L’artista che ha guadagnato di più nel 2013 è stata Madonna: si è portata a casa circa 125 milioni di dollari.
E il che potrebbe essere letto come un fatto di continuità visto che sono circa 20 anni che si riconferma l’artista più pagata.
Ma c’è una particolarità: nel 2013 Madonna è uscita solo con un disco live del suo tour dell’anno precedente.
La maggior parte degli incassi derivano dai suoi business correlati che comprendono, tra le altre cose, abbigliamento, palestre e profumi.
Insomma è ancora il pubblico al centro del business, non la musica. Insomma prima la musica serviva a far nascere emozioni, ora la musica deve far vivere esperienze dove il ruolo del pubblico sia centrale.
Nel 2012 il video di “Gangnam Style” aveva raggiunto il miliardo di views su YouTube, si direbbe quasi perché le persone lo vedevano e rivedevano per impararne i passi. Il trend quest’anno non è stato mantenuto allo stesso livello: il video più visto dell’anno è “Wrecking Ball” di Miley Cyrus con soli 395 milioni di views.
Insomma, a imparare a leccare martelli si fa prima e non è un esperienza che poi il pubblico possa riprodurre in pubblico come invece era l’insulso balletto del coreano. Ed ecco quindi che quando il pubblico perde protagonismo, l’interesse cala.
Anche la Nutella e la Coca Cola hanno dovuto arrendersi e mettere al centro della scena non più il loro prodotto, ma il nome di battesimo dei loro consumatori. In un anno di crisi economica, instabilità politica e difficoltà sociali ci si è concentrati proprio sul più lurido di tutti i pronomi: io, io, io!
E l’io non è cosa ho fatto, è soprattutto azione. E così senza un euro in tasca ci accontentiamo di questi protagonismi a buon mercato per darci l’impressione di avere una vita: pubblicare una nostra foto-selfie in un profilo facebook, o taggarci nell’immagine di una barattolo di cioccolata col nostro nome.
“Depreco egualmente il trionfalismo di Kant e in genere di quelle filosofie che, trovando necessario partire dall’io, inneggiano ad esso come se fosse una grande conquista e non invece la miserabile sorte che ci è toccata.”, ha scritto Manlio Sgalambro.
Ma forse davvero in un anno così difficile cosa altro ci resta se noi stessi? E infatti un verso della canzone dei Daft Punk dice proprio: “Ne abbiamo passate troppe per rinunciare a quel che siamo”.
E credo che, senza anticipare troppo della linea editoriale di metabox per il prossimo anno, anche noi autori di questo blog diventeremo un po più protagonisti e centrali.
Stay tuned!
La canzone che mi piace ora
Paletti – Cambiamento
E per riprendere il discorso sull’io, sul protagonismo e sul selfie, e se avesse ragione Paletti quando canta : “Il cambiamento spetta alle persone, prima individualmente e poi collettivamente arriverà! Chissa?”
Il video che mi piace ora
Pharrell Williams – Happy
Un video musicale lungo 24 ore. Niente paura il video dura il giusto…. ma ad ogni repeat della canzone un personaggio diverso balla lungo le strade di Los Angeles in una serie di piani sequenza che partono dal punto in cui il ballerino precedente aveva finito. Insomma qui l’artista cerca di anticipare il protagonismo dei fans, facendo lui stesso tanti video con tanti ipotetici fans.
La cover che mi piace ora
Meg – Estate (Bruno Martino cover)
Per una cover tiratissima e straniante un bel video che cerca di tradurre in immagini il senso del ritornello “io odio l’estate” ed infatti è l’estate stessa che va in loop e in errore.