È stata l’estate che ricorderemo per il maltempo e le docce gelate sul web.
Tutte cose che devono aver “raffreddato” anche la musica pop.
Infatti a mio avviso da qualche stagione mancano le canzoni popolari che esaltino il desiderio sessuale, che in estate dovrebbe avere il suo massimo. Non parlo di canzoni che parlino esplicitamente di sesso. Parlo di canzoni che esplorino l’idea del desiderio.
Per capirci, parlo di versi semplici e diretti che ci coinvolgano tutti sul concetto della “maglietta fina, tanto stretta al punto che mi immaginavo tutto”.
Già qualche anno fa mi aveva colpito che la canzone “Follonica” dei Baustelle avesse sollevato un polverone e il sindaco e la pro-loco si fossero scandalizzati perché il gruppo toscano dipingeva la spiaggia come un cimitero di preservativi usati e bottiglie di plastica.
Personalmente della canzone mi aveva colpito maggiormente il verso “facciamo un po’ di sesso, facciamolo lo stesso.”
La mancanza di motivazione e desiderio in quelle parole – “lo stesso” – rendevano il sesso un atto meccanico, quasi forzato, da fare quasi per assolvere un comandamento sociale.
Senza desiderio, appunto.
All’inizio dell’estate Laura Pausini, a causa di un incidente con il suo vestito, ha mostrato le sue parti intime al pubblico.
Ma per sdrammatizzare la visione ha sminuito la cosa dicendo: “La tengo come tutte”.
Riuscendo a renderla meno sexy di un calcagno.
Diciamo che la definizione che ho letto da qualche parte “Vagina – Condotto che unisce l’utero al dilettevole”, la racconta in modo più intrigante, misterioso e desiderabile.
Mancano le canzoni che evochino appunto il desiderio, senza parlare del sesso, ma che solletichino le fantasie.
Vi ricordate Marcella che cantava “la mia mente è chiara ma a volte è più forte il sesso, la mia gatta è ancora lì non parla ma dice sì”?
Anche al concerto evento dell’estate Kate Bush, tornata su un palco dopo anni, ha preferito non cantare le sue canzoni che parlano del “mondo sensuale” per lasciare spazio a quelle che parlano del “mare di miele”.
Insomma è evidente che parlare di desiderio sessuale è difficile.
Bisogna essere molto più credibili di quando si (stra)parla di amore, che va bene ad ogni età.
“Ti voglio”, va indubbiamente cantato con più trasporto e convinzione di un “ti amo”, che ormai siamo abituati a dire con poca convinzione alla fine di ogni telefonata.
Il desiderio deve essere autentico, altrimenti è farsa.
Come la copertina del nuovo disco di Sinéad O’Connor dove si presenta in una inedita veste sexy plasticosa e quanto mai lontana dalla realtà.
Si è giustificata dicendo: “…volevo sorprendere. Per chiunque Sinéad O’Connor è quella con la testa rasata… Volevo attirare l’attenzione su un album per me importante, seppur distante da ciò che esprime l’immagine di copertina“.
Anche uno esperto di desiderio, sesso e provocazioni come Prince si dev’essere un po’ “raffreddato” se nel singolo dell’estate“Breakfast can wait” canta: “Porridge di mais e salsa, uova formaggio e marmellata. Nessuno può cucinarlo come te, baby. No signora! Proprio qui la mattina presto, ho bisogno di qualcosa di diverso sul mio piatto. Penso di voler un altro boccone di te.”
Non so a voi, ma a me sembra un po’ deboluccio.
Le parole per raccontare il desiderio non sono facili da usare.
“È sporco il sesso? Certo, ma solo se è fatto bene”, diceva Woody Allen.
Ma a volte girarci attorno per non “sporcarsi” può davvero rendere il tutto patetico.
Nella canzone di Mika di quest’estate “boum boum boum”, il suono onomatopeico dovrebbe evocare il sesso.
Ma in realtà rende la canzone ridicola e infantile come lo era “Fiki Fiki” di Gianni Drudi, lanciata dalla Giallapa’s Band.
Ovviamente anche essere troppo espliciti non aiuta.
La canzone più spinta dell’estate è stata sicuramente “Anaconda” di Nicki Minaj. “Questo tizio di nome Michael usava andare in motocicletta. Un cazzo più grosso di una torre, non sto parlando della Torre Eiffel. Un vero culo nero di campagna, mi ha lasciato giocare con il suo fucile. La scopata ha messo il suo culo a dormire”.
In questi versi non ci vedo “desiderio”, ma piuttosto sesso come strumento di potere, un mezzo invece che un fine.
Mettiamoci comodi e sicuramente in autunno arriverà quel tram…. chiamato desiderio.