Ad un punto nella vita ci si ritrova a tirare le somme di quello che si è costruito.
La famosa traccia di noi rimarrà? È valsa la pena vivere? Etc… etc… etc…
Ci ho pensando leggendo “Riavvolgere il nastro” di Nicola Stolfi, dove un gruppo di amici viene osservato prima immerso nel pieno del 68 della rivolta studentesca e poi ai giorni nostri.
Che ne è stato di quegli ideali che muovevano quei ragazzi? Ma soprattutto che ne è stato di quella generazione?
La storia di questa meglio gioventù passa dalla lotta per il sistema costituito nella prima parte al rientro nei ranghi nella seconda, disillusa nella sua ormai placida vita borghese.
Facendo il paragone con me che ho vissuto i miei venti anni nel periodo vacuo per eccellenza, gli anni ottanta, mi chiedo quale scelta sarebbe stata migliore. A volte sento come una mancanza il non avere perseguito un ideale, giusto o sbagliato che fosse; forse non avrei cambiato il mondo ma avrebbe potuto cambiato me stesso.
Ma quei giovani ritrovati dopo 40 anni danno l’idea di una generazione fallita sia nei fatti che nelle parole; non hanno cambiato il mondo né loro stessi, nati borghesi e ancora tali.
L’ebook di questa recensione è stato autopubblicato dall’autore utilizzando Narcissus.me, la piattaforma di servizi per il self publishing di Simplicissimus Book Farm.