Commedia e dramma insieme con buona dose di furberia nell’intercettare il gusto del pubblico.
È una qualità indiscussa del cinema inglese dai tempi di Full Monty e poi Billy Elliot e il recente Philomena.
E il tutto si ripete in Pride, storia vera di un gruppo di gay e lesbiche che decidono di supportare lo sciopero dei minatori gallesi durante il loro duro braccio di ferro con il governo Thatcher.
L’iniziale diffidenza tra due comunità così diverse verrà superata dalla necessità di entrambe di smettere di sentirsi una minoranza e di condividere anche i problemi degli altri.
Il film mescola bene dramma sociale e commedia, non tralasciando da una parte la denuncia di un sistema di potere duro e ben poco compassionevole e dall’altro le prime avvisaglie della peste di fine e nuovo millennio..
Un mix quasi sempre perfetto che fa ridere e lacrimare uscendo di sala dopo una montagna russa di emozioni.
The English touch.