Passato quasi inosservato alla sua uscita nelle sale cinematografiche, “Padroni di casa” opera seconda di Edoardo Gabbriellini, noto anche come attore tra gli altri di “Ovosodo” di Paolo Virzì, è un film assolutamente da recuperare.
L’assunto è dei più semplici, due persone vengono catapultati in un luogo apparentemente bucolico e tranquillo che via via si trasforma diventando sempre più ostile.
Il loro essere corpi estranei introdotti all’interno di una comunità montana chiusa in se stessa accelera il disgregarsi di equilibri da tempo in bilico.
La capacità di Gabbriellini sta nel dare una profondità diversa ad una trama non certo nuova seguendo i personaggi con dovizia registica mai banale.
Lo spettatore è spesso disorientato dalle variazioni di registro della storia, dalla commedia, al dramma, al thriller e anche la scelta di un Gianni Morandi alter ego cinico e cattivo di se stesso aiuta a dare questo senso di spaesamento.
Il materiale è tanto e nel finale qualche smagliatura nel gestire il tutto si sente, ma va dato atto a Gabbriellini di non avere scelto la via facile percorsa da tanto cinema autoreferenziale italiano.
Ci rimane un’opera forte e intensa, interpretata magistralmente tra gli altri da Elio Germano e Valerio Mastandrea, che indaga l’oscuro che c’è in ognuno di noi.