Questo sarà il mio post prima delle vacanze estive.
Musica e vacanze.
Cosa vi posso dire? Solitamente è un unione che genera tormentoni banali.
Le vacanze spesso cominciano ben prima della vacanza stessa.
“Programmiamo le ferie per guardarci negli occhi”, canta Colapesce in “Oasi“.
Programmare le vacanze significa ascoltare le proprie reali esigenze, chiedersi di cosa si ha davvero bisogno. Immaginarsi nella nostra versione ideale, liberi dai condizionamenti della quotidianità.
Ecco perché può essere anche deflagrante per gli equilibri di una coppia.
In “China” Tori Amos ammette:
“Dici che ci prenderemo una vacanza
Ma non siamo mai d’accordo su dove andare”.
E nel testo della canzone tutti i possibili luoghi da visitare diventano metafore e simboli della distanza che si è insinuata tra i due.
E così, a volte, l’unica scelta possibile diventa quella di fare le vacanze separatamente.
Per alcuni andare in vacanza con il proprio compagno, è come andare al ristorante con dei panini.
La vacanza diventa l’occasione per sperimentare nuove libertà.
“Questo non è il momento per i segreti.
Risparmia il fiato.
È tempo per il sesso con gli sconosciuti”, suggeriva Marianne Faithfull.
Ma esistono anche gli innamorati, fedeli e romantici. Bon Iver in “Babys“, canta:
“L’estate arriva per moltiplicare.
Io sono il carnevale della pace.
Il carnevale delle scene diventa sempre più attraente,
ma io e la mia donna sappiamo qual è il nostro scopo.”
Dopo undici mesi di lavoro cretino, a qualcuno – per contrasto – può venire voglia di “vacanze intelligenti”.
Nella canzone intitolata appunto “Le vacanze intelligenti“, Colapesce racconta di un viaggio alla Biennale di Venezia, dove il piacere non è data dalle opere d’arte ma dalla vicinanza e la gioia della compagna.
“Pago un ingresso
per starti accanto
adesso per esempi
nel padiglione belga
in estasi
sarà come li guardi
sei meglio di quei tagli
sei tutti i miei paesi.”
Regina Spektor nella canzone “All the rowboats” invece ha tutt’altra sensazione di fronte ai quadri nei musei.
“Le opere d’arte le sussurrano in francese e in tedesco, in olandese, in italiano e in latino. I capolavori le ricordano sentenze definitive: la colpa è nostra.
C’è un prezzo da pagare ed una conseguenza per i nostri ritardi.
Tutte le gallerie ed i musei ci ricordano: “Questo è il tuo biglietto. Benvenuto nel cimitero”. Sono solo un mausoleo pubblico e i morti viventi riempiono ogni stanza.”
Ma viaggiare è un modo per confrontarci con gli altri e per emanciparci dalle nostre origini.
Bjork ha intitolato una canzone “Wanderlust”, parola tedesca che significa “desiderio profondo di vagabondare”.
Recenti scoperte scientifiche hanno individuato un gene DRD4-7R – volgarmente ridefinito gene della Wanderlust – che fa produrre più dopamina al cervello e accentua la curiosità, l’irrequietezza e la voglia di spostarci.
Il gene non è per tutti: solo il 20% delle persone può vantarsene.
E – guarda caso – è più frequente nelle popolazioni che in passato hanno intrapreso forti migrazioni.
E infatti Bjork canta:
“Lascio questo porto.
Addio alla città.
I suoi abitanti sembrano lamentarsi di Dio.
Non riesco a sopportare le loro ragioni.
Ho perso la mia origine e non voglio trovarla ancora.
Desiderio di viaggiare! Brama persistente.”
Ma siamo sinceri.
Spesso le nostre vacanze non si rivelano così eccitanti come le avevano pianificate.
E quindi se vi troverete in vacanza, non avrete niente da fare e avrete tutto il giorno per farlo…. beh approfittatene per segnalarmi le vostre canzoni sul tema vacanze/viaggio/ferie!
Varrà come una cartolina di una volta, quelle con il bacio stampato come firma.
Io vi lascio, appunto, con un verso degli Amor Fou:
“Raggiungimi al mare
aiutami a fare cose in cui non credo.
Il nostro destino è tutto nelle cartoline che ti voglio spedire.”