Mi sono preso l’ultimo Kundera. Quanti ricordi legati a lui.
E’ stata L’insostenibile…. a farmi scoprire il piacere di leggere con passione. E come mi ha accompagnato nella mia vita.
Mi ero quasi dimenticato quanta importanza abbia avuto per me….
Questo era solo una bozza, l’inizio di una storia che volevo raccontare; poi, leggendo l’ultimo post pubblicato qui da Matteo Lion, ho trovato come un fil rouge che mi legasse al suo attuale stato d’animo.
Si parte dallo stesso inizio, un evento traumatico della giovinezza, il militare, contrario a qualunque forma di bellezza, è stato il fautore del disvelamento di una delle mie passioni, e proprio quel libro di Kundera preso in una libreria di Brescia dove ero di stanza è stato la mia salvezza.
Che piacere la sera mettermi sulla mia branda e leggere quella storia d’amore sullo sfondo della primavera di Praga del ’68 e che bello scoprire nel corso degli anni successivi romanzi e saggi che mi prendevano con la stessa avidità di lettura.
Ora che nella mia vita tante cose stanno cambiando, o forse sono io immutabile e tutto il resto cambia attorno a me, leggo questo “La festa dell’insignificanza” che probabilmente non rimarrà nella memoria, ma che è servito a riallacciare i rapporti con il mio passato e fare anche un po’ i conti con il mio presente.
Volevo raccontare una storia che si è persa per strada, trovando alla fine altre vie.
Forse ho scritto più’ di me che di Kundera, ma non mi prendo in giro: volevo che fosse proprio così.