Il successo ha molti padri, l’insuccesso è orfano

Come sempre gennaio è tempo di consuntivi.
Negli USA i dischi più venduti del 2014 sono stati “1989” di Taylor Swift (3.661.000 copie) seguito dalla colonna sonora di Frozen (3.527.000).
Il video musicale più visto su YouTube è stato “Dark Horse” di Katy Perry.
In Italia l’album più venduto è stato quello di Vasco Rossi.

Ebbene, io non ho ascoltato nessuno di questi dischi.
E quindi mi chiedo se sia plausibile che io continui a scrivere di musica quando non conosco i prodotti che il gusto popolare ha decretato come i più rappresentativi?

Ma sarà che, lo ammetto, sono un pochino snob o forse la mia avanzata età anagrafica mi fa diffidare da quello che piace “a tutti”.
E allora sappiate che anche quest’anno continuerò a parlarvi di artisti più defilati, di canzoni che non hanno grosse ambizioni di vendite o di eventi meno popolari.
Meglio essere chiari da subito.

E comincio con due esempi quasi esagerati di due artisti che hanno scelto di non essere “per tutti” o “per sempre”.

Bob Dylan il mese scorso ha portato quasi all’eccesso il concetto del “non per tutti” esibendosi in un concerto per un solo spettatore, Fredrik Wikingsson, volto noto della tv svedese.

Il tutto è stato registrato per un format web che vuole indagare come cambi la sensazione (e la reazione) degli spettatori calati, in perfetta solitudine, in contesti che solitamente vengono condivisi con centinaia di altre persone.
Insomma, il one to one altera la nostra percezione?

Se volete vedere la reazione del fortunato fan, guardate il video pubblicato dal sito di questo interessante format, Experiment Ensam

Invece Jens Lekman, talentuoso cantautore svedese, ha deciso che le sue canzoni non sono “per sempre” e devono avere una vita breve con una scadenza ravvicinata come gli yogurt.
Infatti ha annunciato dal suo sito che “regalerà” in streaming una nuova canzone ogni 7 giorni spiegando che: “Una volta alla settimana scriverò quello che mi passa per la testa, e trasformerò i miei pensieri in una canzone che poi vi farò ascoltare. Potete pensare a questi piccoli brani come a delle cartoline che vi invio. Di solito passo molto tempo sui dettagli di una canzone. Spazzo le strade su cui camminano i miei personaggi e lucido ogni pomello, finché non mi sento pronto per far entrare altre persone. Ma tutto questo porta a un processo creativo molto isolato. E invece vorrei condividere un po’ più con voi i miei pensieri e la mia vita. Vorrei scrivere su cose che hanno senso in una particolare giornata ma che potrebbero non averlo una volta che il nuovo album è uscito. Così, alla fine dell’anno, possiamo tutti sederci ed ascoltare le 52 canzoni, ricordando dove eravamo in quel momento, chi abbiamo baciato e chi ci manca”.

Tutte le cartoline potete trovarle (e scaricarle) dal suo soundcloud.

Matteo Lion

  • Date: 20 01 2015
  • Filed under: Matteo Lion, Suoni