Il vero successo è non averne bisogno

Nella stessa settimana Lady Gaga durante un concerto si è fatta vomitare addosso e Kate Bush ha annunciato che, per la prima volta dopo 35 anni, si esibirà dal vivo.
È buffo vedere quanto possa essere vissuto in maniera diversa il rapporto che si instaura tra pubblico e artista durante i concerti.

Lady Gaga incarna la frase di Jim Morrison: “In un concerto rock, come nella vita, non dovrebbero esserci regole o limitazioni. Dovrebbe essere possibile tutto”.
Kate Bush pare invece concentrata nella sua ricerca di perfezione in cui ogni prova è come un concerto e ogni concerto è come un debutto.

Ma il palco del concerto è davvero la resa dei conti finale, è il momento in cui il vero artista “sente” il pubblico e ne misura il trasporto.

Lady Gaga sa che il suo pubblico la ama per l’imprevisto, la sorpresa, lo stupore.
Tutte cose destinate fatalmente ad esaurirsi molto velocemente e si spiega perché ormai, in questa folle rincorsa, non ci si possa più fermare di fronte a nulla (neanche al buon gusto).

Kate Bush, nonostante da almeno tre decenni sia considerata una delle artiste più importanti e seminali della musica moderna, ancora ha un certo riservo e timore referenziale nei confronti del pubblico.
In un intervista di qualche anno fa disse: “Se vivessi la vita di una popstar così condizionata da quello che la gente pensa di te mi distrarrebbe troppo.
Voglio condurre la vita di un essere umano con la coscienza della propria anima e non la coscienza di chi gli altri pensano che io sia. È molto difficile restare un essere umano per chi diventa molto famoso”.

Non occorre essere Marina Abramovic per esplorare le relazioni tra artista e pubblico e capire che la fama per alcuni artisti è il fine ultimo, per altri invece un prezzo da pagare per poter continuare a produrre la propria arte.

Durante un intervista ad una radio inglese Alison Goldfrapp ha detto che la fama non le interessa: “No, I don’t get asked to do things like that, there is probably a reason for that. I just never really courted that attention. I suppose I’m not very famous, I just haven’t really been famous enough which I’m very pleased about. I’m not interested in that stuff. No-one ever recognises me when I walk down the street”.
Ma io, in qualità di pubblico pagante, non mi sento offeso da una dichiarazione del genere.
E infatti ho già comprato i biglietti per il loro unico concerto italiano il prossimo 11 Luglio a Pordenone.

Perché non confondo la musica con l’artista.
Mi interessa solo la prima.
Ma per la musica risulta più difficile conquistare la fama da parte del pubblico rispetto all’artista stesso.

Nelle scorse settimane ad esempio nel web è scattata la mania per il video sul bacio dato tra sconosciuti. pare che il video abbia avuto 45 milioni di visualizzazioni su YouTube.
45 milioni di persone hanno visto un video emozionale che ha una come colonna sonora una canzone della mia adorata Soko, “We might be dead tomorrow“.

Eppure lei continua ad essere una quasi totale sconosciuta.
E questo nonostante i suoi live siano davvero intensi e personali.
In un intervista da Ondarock ha detto: “Quando si è sul palco si crea un feeling speciale con la platea. Io cerco di comunicare con tutta me stessa le sensazioni che provo e spesso ottengo dei riconoscimenti veramente gratificanti. Regala un certo effetto ad esempio osservare qualcuno che piange mentre sto interpretando un mio pezzo”.

Matteo Lion

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  • Date: 25 03 2014
  • Filed under: Matteo Lion, Suoni