Un lussuoso albergo nel cuore delle alpi svizzere.
Le giornate si snodano in passeggiate, saune, bagni termali, visite mediche.
E alla sera concerti chiudono la giornata.
I clienti paiono spesso assenti, annoiati, statue decrepite.
Tra questi Fred Ballinger, compositore ritirato da anni e e Mick Boyle, regista in cerca di scrivere il suo testamento spirituale.
Entrambi anziani con figli che non comprendono , ricambiati della stessa moneta.
Rimangono le memorie del passato che rischiano di sparire per sempre ma rimangono anche errori e rimorsi.
Nella commedia umana dell’hotel compaiono anche un attore in preparazione di un ruolo che non sente suo, miss Universo, e Diego Armando Maradona.
Si parla di vecchiaia, della decadenza del tempo in “Youth” nuovo gioiello di Paolo Sorrentino.
E la giovinezza, ribaltamento di senso come un cannocchiale rovesciato, può apparire nelle forme più sorprendenti, non necessariamente legata all’età.
Il film è emozionate, triste, pieno di speranza e questo grazie alla mise en scène di Sorrentino, visionaria, onirica, parossistica.
Come per altri suoi film esci dalla sala col senso di aver visto qualcosa di importante, unico, che rimarrà dentro di te per molto tempo.