A volte il merito e il talento da soli non bastano.
Spesso merito e talento sono qualità che dimostrano il buon diritto a ottenere ciò che qualcun altro si prende.
Facevo queste – tristi – rilflessioni dopo un week end dedicato ai concerti: venerdì Diamanda Galas a Bologna e domenica Scott Matthew a Padova.
Diamanda Galas, cristallizzata nella sua personale versione di se stessa, è stata accolta (meritatamente) come una vera regina da un pubblico caloroso di un teatro sold out.
Scott Matthew invece ormai pare destinato al suo piccolo limbo di estimatori che lo seguono con affetto in concerti in ogni tipo di location.
A Padova ad esempio si è esibito all’Atelier De Reflexion, una bizzarra sala concerti in una ex chiesa che ha il palco al posto dell’altare e dove c’è un minaccioso cristo crocifisso proprio alle spalle del cantante di turno.
Ma perché Scott Matthew non è mai riuscito a fare “il salto”, a raggiungere un pubblico più vasto?
Ha sicuramente una gran bella voce e uno stile interpretativo molto personale.
Si è fatto notare anche attraverso comparsate in film importanti.
Ha duettato con artisti decisamente più popolari.
Si è spostato dall’Australia, finendo in America passando per Berlino.
È attivissimo sui social.
Sicuramente non è uno che non promuove la sua musica attraverso i live show.
È praticamente sempre in giro e anche in questo tour ha fatto 5 date in Italia.
Eppure è sempre un outsider.
Il successo è una cosa piuttosto lurida; la sua falsa somiglianza col merito inganna gli uomini.
Per trovare qualcuno disposto a riconoscere il merito e premiarlo forse bisogna avere anche adulazione, servilismo e conformismo.
Caratteristiche che in effetti il buon Scott pare non avere.
Oppure è vera la leggenda per la quale tutti diventano qualcuno per merito di qualcun altro? E quindi la sfortuna di Scott è stata quella di non incontrare nella sua strada quel “qualcun altro”, manager o promoter che sia?
O forse sarà più semplicemente che il music business non è più fatto per i dischi e i concerti.
E probabilmente se la sua cover di “I wanna dance with somebody” fosse stata cantata a qualche X-factor di turno sarebbe diventata virale e lui ora sarebbe in lista per qualche music award.
Ma forse anche questa versione non sarebbe la migliore.
Infatti Pino Caruso diceva: “Ci sono più premi per i buoni libri che buoni libri.”
Come mi ha suggerito un mio amico tornando dal concerto, magari è proprio a Scott Matthew a cui quel tipo di successo non interessa.
E ripenso al verso della sua canzone “Ode” che dice:
“e tutti noi ci lamentiamo
ma con quello che sappiamo facciamo del nostro meglio,
c’è successo perché ricordo la tenerezza”.
E sicuramente ricorderò con estrema tenerezza anche questo concerto in cui -per l’ennesima volta – Scott ha fatto del suo meglio.