Il professor Catapano, insegnante di educazione artistica delle scuole medie, ci diceva spesso che “dal Caos nasce l’ordine e si trova l’Arte”.
Ora che ci ripenso, l’ultima parte della citazione potrei involontariamente averla aggiunta io, ma il senso non cambia; né cambia il fatto che se da ragazzino la cosa mi poteva sembrare un tantino… “disordinata” e mi disturbava, crescendo ho capito quello che Catapano intendeva insegnarci.
E ho imparato ad accettarlo.
Alla dichiarazione sul Caos, Catapano faceva seguire l’esercitazione: prendi le tue matite e inizia a disegnare in modo casuale, sporca il tuo foglio più che puoi e lascia che la tua Arte si riveli e che il tuo occhio la trovi. A quel punto, seguila e sarà lei a dirti cosa vuol essere.
Per essere chiari: la parte che non mi piaceva era quella del casuale sporcare il foglio e le mani.
Che crescendo mi sono rivelato come un pignoletto compulsivo.
A prescindere dalle mie idiosincrasie personali, il fatto che il Caos funzioni è vero.
Ogni volta che “mi esce” qualcosa di astratto mi ricordo di questo insegnamento. Lo stesso posso dire per tutte quelle volte in cui mi capita di vedere una fotografia, in qualsiasi contesto, momento e situazione io mi trovi, e devo scattarla – lì, subito (compulsivo, ricordate?).
Ormai ho imparato a fidarmi del mio caos, a seguirlo e assecondarlo piegando le mie remore e a costo di costringere chi si trova con me a cambiare strada, o a fermarsi e aspettarmi mentre io per esempio scendo di macchina e mi allontano.
Ecco da dove è uscito questo paesaggio.
Se vi facessi vedere lo scatto originale non ci credereste nemmeno.
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