I teatri sono pieni di tizi magrini con la barbetta e l’occhiale vintage,
applaudono il comico satirico che gli spiega cosa stanno pensando.
Su Twitter hanno scritto un elogio funebre per Antonio Tabucchi
e sono fieri di tutti i retweet e i commenti ricevuti.
Convinti che la cultura sia un’arma contro l’ignoranza.
Sicuri che il berlusconismo imperante si combatte con teatro, lirica e libri presentati la domenica sera.
Non si rendono conto che sono l’obiettivo di una determinata strategia commerciale,
che sono loro, con tutte quelle belle idee e quel civismo, ad essere i prossimi a venir spolpati.
Poi, uscendo dal teatro, vengono rapinati dallo stereotipo dell’emarginato al quale non gliene frega un cazzo di quanto sono bravi e colti e tolleranti.