Ecco la scena: è sera, sei seduto al tavolo di in un locale poco affollato, fuori piove, è la prima volta che ti fermi qui per una birra, non stai aspettando nessuno.
Questo è uno di quei posti in cui si condividono i tavoli.
Mano a mano che comincerà a riempirsi si accomoderanno vicino a te persone sconosciute: non ti scelgono, occupano la prima sedia che trovano libera.
Si tratta, credimi, di un luogo non comune, è un ristorante ed un teatro allo stesso tempo e tutti, anche tu, fate parte dell’allestimento.
Un po’ alla volta entreranno gli altri protagonisti.
Te ne presento alcuni: un marinaio malinconico, un pesce-monaco, una coppia di insegnanti di aritmetica, tre donne famose per il suono delle loro risate, alcuni animali un tempo sapienti ed ora sciocchi, un giovane cavaliere capace di sottrarre gravità agli oggetti.
Vuoi sapere chi sono i clienti abituali del locale?
Le signore sovrappeso, i turisti perduti, i custodi di musei senza visitatori, i politici felici, i burocrati soli.
Per finire non dovrebbero mancare militari con il marchio di Caino, qualche moralista imbarazzato, esploratori sentimentali, musicisti smemorati, disegnatori dalla mano pesante, nobili decaduti.
Tra una entrata e l’altra il capocomico leggerà qualche frase scritta dai nostri migliori ospiti. Nulla di impegnativo, si intende, facciamo tutti finta che ci stia suggerendo una battuta.
Sei pronto? Chi è di scena?