Nella vita di una persona e in quella di un artista, alcuni eventi “capitali” possono essere riconosciuti nel momento stesso in cui avvengono, attestandone l’influenza su tutto (o parte di) quello che avverrà da quel preciso momento in poi.
A me è capitato, e per fortuna è sempre successo nei momenti migliori in cui poteva accadere.
Ad esempio, gli incontri dal vero con la Pop Art sono sempre epifanie per me, ma quelli con le opere di Warhol riescono invariabilmente a farmi perdere la testa.
Tra i momenti più importanti in assoluto posso citare The Andy Warhol Show a Milano 10 anni fa, l’incontro folgorante con un piccolo Mao (verde e arancio) al Museo Pecci di Prato in occasione di una mostra sul pop nell’arte e in musica; più recentemente, la mostra Pop Art Myths al museo Thyssen e la splendida retrospettiva di Richard Hamilton al Reina Sofia, ambedue a Madrid in questi mesi.
La mia serie VeroSimile deriva da questi eventi: l’inizio ne è rintracciabile in Dots Girl (di fine 2011), certamente la prima immagine veramente consapevole della mia anima Pop pur se non il mio primissimo tentativo di elaborazione in questa chiave.
Da qui, oggi, riparto, un tantino più consapevole di sentirmi dentro qualcosa a cui anagraficamente appartengo.