Che siano 20 o cinquanta, gli anni della vita ci fanno vedere il mondo sempre con gli stessi occhi.
Siamo noi che con il tempo cambiamo la percezione di quello che vediamo.
Mi sono trovato così a condividere la visione di Andrea Bonomi in questo libro di poesie (riduttivo? esagerato? ma poi lo dice anche lui che son quasi poesie)
Il libro parte con un virtuosistico prologo che racchiude il senso del dopo e successivamente ti abbandona ad una lettura libera e senza schemi, che solo ad una lettura distratta potrebbe apparire banale.
Frammenti, stacchi su una scena, fermo immagine, questo mi viene da pensare di questi calembour linguistici che hanno resuscitato in me piccole madeleine personali (ho detto piccole!).
Quasi in un mosca a cieca con la memoria riappaiono il luogo di appartenenza, “l’heimat”, troppo stretto per te, un mondo che non non sai/vuoi comprendere e viceversa, l’amore, gli amici veri o presunti, la politica, gli ideali, le grandi utopie.
Non tutto è paragonabile alla mia esperienza naturalmente; io sono figlio degli anni ’80 e Cesare Cadeo conduceva le trasmissioni sportive con la Perego (leggere il testo per intendere) e sicuramente questa visione cinica e sulfurea della realtà non faceva parte di me, ma con il tempo alla fine ci sono arrivato anche io.
L’ebook di questa recensione è stato autopubblicato dall’autore utilizzando Narcissus.me, la piattaforma di servizi per il self publishing di Simplicissimus Book Farm.