Pesce fuor d’acqua nel backstage di una sfilata di Simone Marulli, intravedo, durante i momenti caotici della preparazione, una modella tutta tranquilla in disparte a leggere un grosso tomo; in copertina il volto di una donna. La mia curiosità nel vedere questa scena rara se non improbabile in tale contesto mi spinge ad indagare. Durante la sfilata recupero il libro abbandonato su una sedia. E’ “Bella del Signore” di Albert Cohen.
Successivamente, presentata dallo stilista, scopro che la modella è Francesca Lancini, già nota oltre che come modella, per alcune presenze televisive come valletta o simil velina. Francesca mi racconta della sua passione per i libri è tanta e presto coronerà il sogno di tanti: pubblicherà il suo primo romanzo.
Fine della storia.
O meglio l’inizio……
Un anno dopo , letto con sommo piacere “Bella del Signore”, consigliato da Francesca, ho in mano il suo primo romanzo “Senza Tacchi”. Il battage è stato inusitato per un’opera prima, con presenza in svariate trasmissioni televisive “di tendenza” tra le quali la stessa che la vedeva come simil velina.
Il dubbio della bufala mediatica a questo punto è forte.
Ma il libro risulta sorprendente come quella modella che leggeva nel backstage. La storia di Sofia, ragazza bella cresciuta in una famiglia dove l’affettazione e l’artificio la fanno da padrone è così attuale che coinvolge da subito: la professione di modella vissuta più come obbligo legato al suo essere “bella” e con le misura giuste; la fuga verso altre città alla ricerca vana di se stessa; il mondo, ormai globalizzato, è uguale a Milano, Barcellona o Miami.
Ormai cellulari computer email ci raggiungono ovunque e il cordone ombelicale con i nostri riferimenti è ormai inscindibile; i il nostro villaggio mediatico, rapidamente frantumato dalle nuove forme di comunicazione ci porta ad essere continuamente attori su una scena che spesso ci accorgiamo di non desiderare più.
Non basta isolarsi con l’ ipod, o con un ottimo romanzo, il mondo è lì fuori e non si può fare a meno di averci a che fare. E’ il come che fa la differenza, ed è quel come che va cercato in noi stessi. Sofia dovrà scontrarsi con una realtà dove sei un numero, fatto di modelle scollegate , fotografi cafoni, passerelle e personaggi più o meno surreali incontrati nel suo percorso. Quando si renderà conto che la la felicità è difficile da trovare, ma bisogna essere pronta ad accoglierla quando arriva, potrà tornare a casa senza raccontare più bugie autoassolutorie, disposta a vivere la propria vita vera.
Sofia alter ego di Francesca in questa nemesi, e Francesca dimostra di aver saputo trovare la sua strada, il passaggio da bellezza senza parola a testa pensante è avvenuto; il romanzo dimostra, pur con alcune ingenuità da opera prima, che la materia sa essere trattata e la scrittura risulta mai banale.
La strada di Sofia/Francesca è stata trovata.