Il sole basso del lunedì d’inverno tagliava le scuse come faceva con le ombre.
Le scuse ripiegate come origami oggi non avrebbero potuto funzionare.
Cercò rifugio in quei minuti aggiuntivi di sonno; cercarono di farsi spazio tra gli scossoni del treno e le voci delle giornate degli altri già iniziate
Inviò un messaggio sentito, dove il numero delle parole e l’uso della punteggiatura svelavano gli stati d’animo mescolati come le caramelle esposte in quelle vetrine di pasticcerie fuori tempo.
L’annuncio sintetico della fine corsa del treno suonò più solenne del solito e forse più efficace della lista delle responsabilità.
Acquistò delle minuscole piantine fiorite e, all’arrivo in ufficio, le posizionò sulle scrivanie dei colleghi; nessuno comprese la loro funzione di rete invisibile di protezione.