Tormentiamoci

Nella ricerca del tormento solo il geloso può competere con il martire.

Stessa cosa vale per il tormentone estivo, la canzone simbolo che ogni estate ci troviamo a canticchiare dopo che ci ha inseguito, e trovato, ovunque.
Il tormento(ne) deve diventare un ossessione, proprio come la gelosia, contro ogni nostra volontà.

Negli ultimi anni i tormentoni si sono creati e alimentati senza una vera e propria strategia promozionale e senza i vecchi show televisivi stagionali tipo il Festivalbar.
I tormentoni si insinuano nel gusto comune facendo leva sulla loro ripetitività e incarnando per una stagione un concetto il più possibile universale.
L’anno scorso il tormentone assoluto fu “Call me maybe”, colonna sonora ideale di tutti i nuovi primi incontri che, inevitabilmente, si concludevano con l’annosa domanda: “ci si risentirà?”.
Insomma, impossibile opporre resistenza.

Per essere tale il tormentone deve essere incarnato, fatto proprio, vissuto.
E basta fare un giro su Youtube per vedere il numero impressionante di cover casalinghe che quella canzoncina è riuscita a generare.

Citando Peter Szendy posso dire che il tormentone è quel ritornello che si ripete senza qualità – o meglio, la cui massima qualità consiste nel non averne troppa e che diventa la moneta di scambio delle nostre emozioni (prima) e dei nostri ricordi (dopo).

Volevo quindi salutare i nostri lettori con la (finta) leggerezza delle note del tormentone di quest’estate: “Alfonso” di Levante.

Nel pieno della crisi economia e instabilità politica non potevamo aspettarci un tormentone romantico.
Bensì ci dobbiamo tutti riconoscere in un inno alla sensazione di inadeguatezza e che chiosa con un liberatorio “che vita di merda” che ovviamente è presto diventato un usatissimo hashtag: #chevitadimerda.

 

La canzone che mi piace ora
Regina Spektor – You’ve Got Time
Vi auguro che con le ferie abbiate tutti il tempo per le vostre passioni.
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Il video che mi piace ora
Pixies – Bagboy
Ricordatevi che l’estate deve rimanere il tempo delle pazzie senza senso e senza limiti.
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La Cover che mi piace ora
Joan As Policewoman – Billie Jean (Michael Jackson cover)
Coverizzare il re del pop e uscirne come la regina delle cover.
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Matteo Lion

  • Date: 11 07 2013
  • Filed under: Matteo Lion, Suoni