La maggior parte delle mie serate estive le passo in giro per concerti nei vari festival.
Sabato sera, quasi per inerzia, mi sono trascinato ad un festival bolognese per una serata dedicata alla musica dei CCCP e dei CSI, cantate da Angela Baraldi. Lei è sempre piaciuta molto, soprattutto per il suo essere autentica.
Sempre e comunque. Sono certo che se Angela Baraldi fosse stata inglese nel giro di un paio di stagioni sarebbe diventata “the next big thing” di cui tutti avrebbero parlato.
Perché in Italia si preferiscono le bamboline dei reality?
La prima volta che la vidi fu nel 1990 quando Videomusic (si, sono vecchio!) trasmise il suo primo video “Viva”.
Già in quel primo bozzetto iniziale c’era già tutta la cifra del suo personaggio.
La ragazza non ricordava per niente il modello femminile “alla madonna” che aveva dominato gli anni ’80. Piuttosto si rifaceva a modelli precedenti come Chrissie Hinde, la cantante dei Pretenders, che ricorda anche per il timbro della voce.
E avrebbe anticipato di qualche stagione un nuovo esercito di musiciste “veraci” che poco concedevano all’estetica e più concentrate sull’espressione artistica: PJ Harvey, Cat Power fino ad arrivare alle ultimissime Florence + The Machine e Anna Calvi.
Angela, come le colleghe sopra citate, incarna un modello femminile meno stereotipato, più viscerale che provocante, più diretto che suggestivo.
Trovo assolutamente calzante la definizione «Un incrocio fra Huckleberry Finn e Cleopatra», riferita a Chrissie Hinde, ma che ben si sposa anche per la Baraldi.
Bisogna anche riconoscere che la ragazza non si è fermata davanti a niente e nessuno. E’ passata dai festival e locali underground a Sanremo dove portò un pezzo meraviglioso, “A piedi nudi”, che le valse anche il premio della critica. La sua carriera vede pochi dischi ma molto ben fatti e ispirati. Ha vantato collaborazioni importanti con Dalla e De Gregori.
E anche quando ha deciso di fare l’attrice i successi non sono mancati. Partita dal teatro è poi arrivata al cinema con “Come due coccodrilli” (davvero bello) e “Quo Vadis Baby” di Salvatores, da cui è stata tratta anche la serie tv omonima.
Però di questo talento in Italia se ne sono accorti in pochi. Nessuna rivista ne parla, nessuna ospitata in TV, nessun riconoscimento. Angela Baraldi non è mai stata una star. Forse anche un po’ per il suo carattere e per il suo modo di intendere la musica: più artigianato che non una forma d’arte divistica. Ma al di là del mainstream veicolato da radio e dalla TV, mi rammarico che la Baraldi non abbia mai acceso la curiosità dei cultori underground, di alcune riviste specializzate pronte a idolatrare la prima menestrella purché arrivi da oltralpe.
Una musicista vera, innamorata della musica. Ultimamente organizza dei tour tributo, prima celebrando i Joy Division, adesso il punk dei CCCP che si sposa perfettamente con il suo personaggio.
Vale la pena di approfondire la sua conoscenza, ecco le prossime date:
Tour CCCP:
14 luglio – Roma (Eclettica Festival)
15 luglio – Taranto (da confermare)
16 luglio – Landriano (PV)
28 luglio – Pescara
30 luglio – San Sepolcro (AR) (Kilowatt Festival)
31 Luglio – Palafitte di Ledro (TN)
6 agosto – Carrara (da confermare)
10 Agosto – Campobasso
13 agosto – Casalgrande (RE) (Parco Secchia Villalunga)
1 settembre – Pisa (Metarock)
Tour JOY DISION
20 agosto – Solza (BG)
6 settembre Osnago (LC)
17 settembre – Rimini (Neon)
Per conoscerla meglio:
“Heroes”, cover di David Bowie >>>
“Anidrite Solforosa” con Lucio Dalla >>>
“Il tasto sbagliato” >>>
“Troppo Zucchero” >>>
Il video che mi piace ora
Parenthetical Girls – The Pornographer
Dimenticate il primo piano di Sinead O’Connor. Dimenticate la provocante ed emaciata pedopornografia di Fiona Apple in “Criminal”. Ecco l’inquietante e ambigua caricare sessuale del 2011.
La canzone che mi piace ora
Bjork – “Crystalline”
E’ tornata con un singolo ed è riuscita ancora a catalizzare le attenzioni su di sé. Il pezzo funziona a targhe alterne: un giorno mi piace e un giorno no.
La cover che mi piace ora
Cat’s Eyes – The Crying Game
Anche se sei un emo, sei spacciato davanti ad una canzone melò che ti raschia il cuore.